CARLO TELARA MARMO e PIETRA a CARRARA
Studi per scultori, realizzazione sculture da disegno su commessa, corsi di scultura, arte ambientale
Una nuova età della pietra a Carrara - Opera Bianca: un racconto di Marmo nato dall'incontro fra Arte ed Industria
di Giorgio Blanco
Negli ultimi anni ciò che più è mancato nelle iniziative dedicate alla promozione della Pietra e del Marmo, è stato un loro reale ancoraggio al tessuto locale produttivo, culturale ed artistico. Iniziative, pur pregevoli, di singoli autori o di gruppi, non sempre hanno avuto un radicamento nel territorio che ne avrebbe potuto valorizzarne il significato ed ampliarne la portata. Le Fiere internazionali, italiane o di altri paesi, dedicate al "Marmo" ed alle tecnologie di lavorazione, tendono ad essere escluse da questo discorso in quanto compiono il loro dovere, commerciale e culturale, in un ambito istituzionale che esula dalla "stretta osservanza" del "saper fare" locale, della delicata cultura peculiare di un territorio, di un "sentire locale" che vive del "senso di appartenenza" più che dei grandi numeri. Le Fiere, invece, vivono proprio dei grandi confronti, degli autori affermati e, solo raramente, nelle "Mostre Culturali", emergono segnali di attenzione per la novità che vale e tende ad emergere con fatica. Insomma è l'antica questione del riconoscimento e della legittimazione delle avanguardie che, da sempre, hanno trovato difficoltà nel loro emergere e radicarsi. In Italia, territorio di fertile attività creativa universalmente riconosciuta, la tendenza negli ultimi anni è stata quella di attestarsi sui "pochi noti" ( perché è meglio non rischiare). Ma l'immagine non è tutto. E qualcuno, prima o poi, deve decidere di assumersi la responsabilità di scegliere, di rischiare per proporre nuovi percorsi. Certo l'opera di selezione non è sempre facile ed è sempre rischiosa. Occorre esperienza "per distinguere il grano dalla crusca". Occorre sensibilità per valutare un vero artista, non solo attraverso le sue opere ma, soprattutto, attraverso le sue potenzialità, cercando di capire dalla sua personalità i futuri sviluppi del suo linguaggio e, in definitiva, la sua capacità innovativa. Questa sensibilità selettiva si è rivelata nel modo in cui l'Associazione Opera Bianca si è istituita, promettendo fin dall'inizio iniziative di sicuro interesse.
1. L' Associazione "Opera Bianca"
L'associazione "Opera Bianca" è stata concepita come un laboratorio multidisciplinare dove sperimentare e proporre nuove soluzioni di produzione e fruizione dell'arte contemporanea. Scopo dell'associazione è quello d'incentivare e stimolare il dialogo tra il mondo dell'arte e l'imprenditoria, le istituzioni, le scuole, le accademie, il tessuto sociale, la critica, i professionisti (architetti, designer, grafici, scenografi, ecc.) attraverso eventi, mostre, performance, spettacoli, simposi, conferenze ed altre attività culturali, compresi corsi di formazione ed aggiornamento professionale. Quest'attenzione costante per il doveroso raccordo arte-industria è insito nella natura stessa del lavoro del marmo, alla sua storia e tradizione. Infatti l'arte e l'industria da sempre convivono a Carrara, ma ancora scarse sono le occasioni di riflessione comune, di stimolo reciproco. Occasioni che, invece, a livello nazionale ed internazionale sono sempre più frequenti e ricercate con stretti rapporti instaurati tra versante produttivo, creatività e sperimentazione artistica. Paradossalmente ciò spesso avviene proprio con opere che impiegano marmi prodotti a Carrara o comunque, prodotti in Italia; sul "saper fare" con i materiali lapidei che è una prerogativa tutta italiana. Ed il bacino estrattivo delle Alpi Apuane(con il suo comprensorio di riferimento), come è noto, è un punto di riferimento internazionale non solo per il marmo ma anche per la sua lavorazione. Perché con il termine Marmo non viene indicata una "materia" ma un "materiale" che, fin dall'antichità, è intimamente connesso alla sua lavorazione, ovvero all'insieme dei procedimenti tecnici e dei linguaggi artistici e della tradizione che storicamente si sono sedimentati con le culture di riferimento. Quando si pensa al Marmo lo si pensa più come elemento architettonico, scultura, o altro manufatto che come blocco di cava. Dunque è quanto mai opportuna questa iniziativa mirata a realizzare, proprio a Carrara, la ripresa di un dialogo da troppo tempo frammentato se non interrotto.
2. "Andata e ritorno per vedere", la prima iniziativa
"Arte e Industria" è l'ambito d'intervento scelto dall'Associazione Opera Bianca per presentarsi alla città con la prima iniziativa aperta al pubblico. La manifestazione ha avuto luogo dal 21 luglio al 12 agosto 2001 all'interno dello stabilimento della Carlo Telara Marmi e Graniti, ed ha avuto l'intenzione di riannodare il dialogo tra l'attività creativa di un gruppo di artisti ed uno spazio industriale attivo. Il sogno, seppur temporaneo, di far convivere proprio fisicamente l'attività industriale (attenzione, non artigianale) con quella artistica, ha destato non poche contraddizioni e difficoltà operative. Tuttavia, proprio le soluzioni di tale impedimenti hanno costituito il" valore aggiunto" all'iniziativa complessiva. Si è trattato di inserire opere artistiche ed installazioni in impianti attivi e con localizzazioni non marginali, ma pienamente integrate anzi, coincidenti con gli spazi della produzione. Ciò è stato ottenuto, sia con interventi che hanno utilizzato le stesse potenzialità operative dello stabilimento e dei suoi impianti, sia con interventi di carattere effimero che si sono andati ad inserire nei tempi morti della produzione. In ambedue i casi sono stati ottenuti rilevanti risultati di carattere espressivo e simbolico non altrimenti ottenibili in altri contesti. "Andata e ritorno per vedere" è il titolo scelto per la prima manifestazione e indica l'idea del viaggio, l'idea di una fase di assenza come condizione necessaria per svolgere un inedito sguardo alla realtà del quotidiano. Vivendo a Carrara, ma anche solo visitandola, non si può essere indifferenti alla presenza del marmo ed alla vita collettiva che, intensamente, si svolge intorno a questo materiale (si è detto che a Carrara di marmo si nasce, di marmo si vive e di marmo si muore). Da questa consapevolezza, da queste immagini e da questi stimoli è nata l'idea di realizzare una "Città altra"; un luogo straniante e familiare allo stesso tempo. Insomma un sogno, luogo di racconti verosimili eppure in grado di affrancarci dal reale, schiudendo scenari impensabili eppure perfettamente riconoscibili. Racconti in grado di ri-evocare ciò che pensavamo ormai perso nell'oblio e che invece, per essere negli stati profondi della coscienza, costituiscono la base delle nostre emozioni.
3. Il luogo e l'evento
L'idea guida della manifestazione è stata quella di ricercare un dialogo tra l'attività creativa ed uno spazio fortemente connotato dall'attività industriale. Il luogo, di 25.000 mq, è una segheria con telai per la segagione del marmo, con un grande piazzale per il deposito e la movimentazione dei blocchi e delle lastre. Il piazzale è confinante con la linea ferroviaria. di margine è una casa disabitata. Così dal catalogo: "... il tutto da re-interpretare, "mettere in scena", per accompagnare il visitatore fra sculture e installazioni, lungo un cammino di lettura del luogo diverso da quello abituale". Il percorso si snoda dall'ingresso fino alla ferrovia da dove poter rivolgere uno sguardo verso le montagne imbiancate dai ravaneti. Il percorso è stato concepito come il tracciato di un labirinto nel quale si accede, non con l'intento di trovarvi qualcosa, ma per seguire i meandri fino al punto di svolta attraverso i quali si potrà uscire rinnovati: "Si entra si esce, si rientra per restare o ripartire ma in ogni modo per vedere in maniera diversa, con lo sguardo dello straniero". Le dodici tappe del percorso, così come elencate e commentate nel catalogo, sono le seguenti:
- Le ruote dei telai in funzione della segheria, come giganteschi proiettori cinematografici, macchine per la messa in moto dell'immaginazione ( Opera Bianca - Gianluca Sbrana)
- In un telaio dismesso, fra acqua e ruggine, "il femminile medita il taglio di sé. (Pazzi De Peuter)
- Fuori, due grandi porte nel vuoto segnano i passaggi obbligati dell'andata-ritorno (Opera Bianca - Maki Nakamura)
- Un viale contornato di lastre di marmo bianco, aperto come un libro da leggere camminandoci dentro. (Maria Teresa Telara)
- Fino ad una baracca, rifugio di una donna col suo gatto. (Pazzi De Peuter)
- Grandi animali preistorici che rientrano dalla ferrovia verso le montagne. (Ettore Cha)
- Due grandi sedie in alto sui blocchi, disposte per ospitare il dialogo fra chi va e chi viene. ( Opera Bianca)
- Longherine dei binari che si alzano in verticale proiettando scaglie di marmo. (Fabrizio Lorenzani)
- Un labirinto che muta ogni giorno il suo tracciato. (Fabrizio Lorenzani)
- L'invito ad entrare in un blocco di marmo. (Stefano Graziano)
- Lo spazio dei blocchi già segati, già partiti, disegna i nuovi volumi del vuoto. (Paolo Armenise - Opera Bianca)
- Panni stesi nel giardino di casa, pietrificati come nelle favole. (Verena Mayer-Tasch)
- La casa ospitale, natural-mente da abitare. (Opera Bianca - Antonella Cervia - Verena Mayer-Tasch - Filippo Rolla - Studio Zot di Paolo Armenise e Silvia Nerbi)
L'evento è stato concepito soprattutto per essere goduto nell'oscurità serale. Infatti era dal tramonto che lo scenario delle installazioni era più suggestivo, in un'atmosfera senza tempo e la sua bellezza era accresciuta dal sapiente uso del suono e delle luci. Jean Paul Canalini ha composto la musica di sottofondo usando brani e effetti sonori presi dal suo ricco archivio.
(Estratto da: Marmomacchine International 35/2001- Editrice Promorama)
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